Tutti conoscono Hayao Miyazaki. È
impossibile che chi legge manga e guarda anime non abbia mai sentito parlare
dello Studio Ghibli o non si sia mai imbattuto in uno dei suoi film, magari
finendo per apprezzare il tratto morbido dei suoi disegni, l’intensità dei
colori, la carica emotiva che emana da ogni fotogramma e una poetica profondità
concettuale che svela dietro l’apparenza spesso infantile una grande
riflessione. Ecco, tutti conoscono questo. Ma c’è una cosa che in pochi
conoscono e suppongo che interessi a tutti: a me piace moltissimo. I film sono
splendidi (come immagino non si sia capito dalla mia tirata di prima), sono
profondi, semplici e intensi allo stesso tempo. Ogni film è un capolavoro, un raccoglitore
di emozioni che si dipanano tra colori e figure.
Miyazaki non si è occupato soltanto di
film, ha alle spalle anche un manga, Nausicaa della Valle del Vento (da cui poi
ha tratto, con forti ridimensionamenti, uno dei suoi primi film, dal titolo omonimo,
e che tra l’altro ha ricevuto giusto poco meno di un anno fa un nuovo
doppiaggio italiano). Planet Manga ha alcuni anni fa portato in Italia
Nausicaa. Io l’ho letto, e l’ho anche riletto recentemente per poterne parlare
qui. La lettura vale la pena? Miyazaki è bravo a disegnare manga quanto è bravo
a dirigere film? La smetterò con le domande retoriche e comincerò con la
recensione?
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Nausicaa ci dà l'ok |
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Autore: Hayao Miyazaki
Anno: 1982
Volumi: 7
Editore: Planet manga
TRAMA
Sono passati mille anni da quando una
gigantesca guerra ha devastato la società, facendone regredire di molto la
tecnologia. Ora nel mondo restano soltanto i resti delle antiche modernità, che
risultano quasi un mistero per le persone, in particolare perché i loro poteri
distruttivi non sono ben chiari e controllabili.
Oltre alle tecnologie abbandonate, del
vecchio mondo rimane un enorme foresta, chiamata Mar Marcio, inaccessibile alle
persone senza l’uso di maschere antigas a causa dei miasmi tossici emanati da
piante e funghi. Nel Mar Marcio vivono creature bizzarre e pericolose come i
Vermi Re, enormi insetti che quando si infuriano si lanciano in una marcia
impazzita che devasta tutto ciò che incontra.
Nausicaa è la principessa della Valle
del Vento, un piccolo stato protetto dai miasmi dalle montagne che lo
circondano. Un giorno approda nella Valle del Vento una aeronave in fiamme, che
si schianta al suolo ed esplode. Tra i resti Nausicaa trova una ragazza,
proveniente da Pejite, che le affida il suo ciondolo, raccomandandole di
consegnarlo soltanto a suo fratello Asbel, e di proteggerlo dalle mire dello
stato di Tolmekia. Da quel momento, Nausicaa si troverà coinvolta in eventi
molto superiori a lei, finendo a prendere parte alla guerra tra Tolmekia e
Dorok, per poi scoprire così, nel tentativo di salvare tutte le nazioni
dall’autodistruggersi, gli oscuri misteri del passato dimenticato.
LA MIA OPINIONE
Che Nausicaa della Valle del Vento mi
sia piaciuto un sacco non mi pare un segreto per nessuno. È un fumetto
splendido, che conquista fin dall’inizio e trascina con pochissime pause
narrative verso evoluzioni inaspettate degli eventi fino al climax finale.
Miyazaki, come del resto dimostra
ampiamente nei film, è in tutti i sensi un maestro della narrazione. Il plot
principale si divide ben presto in diverse sottotrame che riguardano personaggi
diversi e che si intrecciano spesso in maniera indiretta o soltanto verso la
loro conclusione, e ciascuna di queste sottotrame è gestita in modo esemplare:
innanzitutto le viene dedicato il tempo che serve, quindi non troverete mai
aspetti trascurati perché l’autore voleva parlare di altro, oppure situazioni
sciolte velocemente perché non riguardano la protagonista. Ogni personaggio ha
la sua importanza nello svolgersi degli eventi che lo riguardano, e infatti
capita spesso che per molte pagine Nausicaa sia messa da parte per parlare di
altro. Certo, poi tutto quello che viene narrato in questo modo avrà influenze
sul plot principale di Nausicaa, ma sta di fatto che conosco autori che
avrebbero dedicato a questi elementi secondari molta meno importanza e molte
meno pagine, sminuendoli in importanza e in coinvolgimento.
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Kurotowa, un personaggio tutto sommato marginale ma non per questo mal fatto |
Anche per via di questo intrecciarsi di sottotrame,
seguire tutto il plot non è semplice per nulla. Sia perché spesso tra un evento
e l’altro ci sono stacchi narrativi che non vengono spiegati ma soltanto
lasciati intuire dalle parole dei personaggi, sia perché spesso ci sono
inaspettati cambi di scena (per esempio durante le battaglie con le aeronavi,
quando si passa da un’aeronave all’altra senza che il lettore sia avvertito in
alcun modo) che possono generare non poca confusione. Diverse spiegazioni per
eventi che accadono vengono date molto dopo in maniera indiretta oppure
lasciate intendere. Inoltre a tratti viene tirata in ballo la politica (spesso
con riferimenti ai singoli regni) e le questioni militari, che arricchiscono il
tutto di precisione e accuratezza.
E a proposito di accuratezza, è da
lodare Miyazaki nell’attenzione che rivolge ad ogni piccolo dettaglio relativo
a situazioni o persone. C’è il popolo con una determinata struttura sociale
(tipo Dorok), ci sono le varie leggende che appaiono sotto forma diversa in
ciascuna nazione, c’è Tolmekia che ha una determinata suddivisione
dell’esercito e una determinata strategia militare e Dorok che invece agisce
diversamente. Anche i combattimenti con le aeronavi sono ricchi di dettagli di
strategie e sulla struttura con cui sono costruite. Insomma, nulla è lasciato
al caso, ogni singola cosa detta o mostrata rientra nel grande mosaico del mondo
che Miyazaki ha costruito. Ne deriva che non si ha la sensazione che l’autore
crei la trama mano a mano che essa si sviluppa (che poi non è necessariamente
un male, qualcuno ha detto Stephen King?), anzi. Si capisce fin dall’inizio che
esiste un disegno preciso che viene portato a compimento.
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La mappa del mondo |
La precisione di cui ho parlato si
riscontra anche nel disegno, che è spettacolare. Non nel senso in cui lo può
essere il disegno di Kentaro Miura, ha tratti più morbidi (come del resto in
generale ha Miyazaki), ma è dettagliatissimo. Scordatevi fondali bianchi,
oppure scene confusionarie o incomprensibili, è tutto chiaro, semplice e allo
stesso tempo complesso, perché ogni angolo delle vignette è curato all’estremo.
Questo dà ovviamente più gusto alla lettura, fa piacere soffermarsi a cogliere
gli aspetti anche più nascosti e meno visibili di un luogo o di un oggetto.
Aggiunge realismo, credibilità e aumenta l’interesse nel lettore.
Il senso che traspare da tutto ciò è una
forte epicità. Le grandi battaglie, i grandi personaggi, le situazioni, ogni
cosa si staglia come un gigante nella mente di chi legge. Mentre si prosegue
pagina dopo pagina si ha la sensazione di stare leggendo qualcosa di solenne e
sublime, come un’antica leggenda dei tempi che furono.
Ottima è anche la gestione dei tempi
narrativi, e lo stile della narrazione, che ad essi viene adattato. Miyazaki
rifugge i modi banali per far sì che la storia prosegua sciolta e
appassionante, come per esempio i cliffhanger, ma si affida alla propria
abilità di sceneggiatore. Vengono alternati in modo sapiente momenti più
distesi, dove la narrazione si svolge attraverso vignette numerose e con molti
discorsi, e momenti dove la tensione aumenta, e le vignette diventano più
rapide, con dialoghi più radi e un forte dinamismo. Molto spesso inoltre, nelle
scene dove la tensione deve raggiungere il picco massimo, azioni dinamiche
vengono bloccate come in una fotografia. Sono momenti di stacco dove l’azione
viene colta nel suo svolgersi e cristallizzata. Sono momenti potenti che
coinvolgono e suscitano emozioni forti di fronte agli eventi che mostrano.
Quindi sì, la sceneggiatura è ottima, la
trama è ottima e ottimamente gestita, i dettagli sono curati con un’attenzione
che diventa quasi maniacale. Quello su cui forse si può muovere qualche critica
è la creazione dei personaggi, che non sempre è buona quanto il resto. Per
quanto riguarda la protagonista Nausicaa, è effettivamente ben caratterizzata,
ed è anche un personaggio che riesce a conquistare il lettore. È fin troppo
perfetta, quello sì, ma bilancia questo con una personalità estremamente umana,
generosa, semplice e sensibile, e al tempo stesso forte e granitica. Un
personaggio protagonista di scene poetiche e molto delicate, che in uno
scenario di guerra e violenza sono come un raggio di sole. Memorabile la scena
del primo volume in cui, dopo aver dovuto dare fuoco a un albero affetto dai
miasmi, Nausicaa contempla il tronco ormai arso e morto e desidera di non
essere la figlia del capo villaggio (nonché l’ultima rimasta viva), per non
essere costretta a trovarsi a fare queste cose, con la consapevolezza che a
causa del suo ruolo dovrà sobbarcarsi incombenze ben peggiori. Il tutto seduta
su un prato di fronte a un laghetto, a piangere per l’albero morto. Più in
generale, non si può finire di leggere i sette volumi senza provare per lei un
misto di ammirazione, comprensione e affetto. È un personaggio vivo e
credibile, che fa pensare che di persone così ce ne vorrebbero anche nel mondo
reale!
Non si possono purtroppo decantare allo
stesso modo le lodi degli altri personaggi. Non che siano pessimi, non voglio
dire quello, non sono sagome di cartone. Però non reggono il confronto con
Nausicaa. Abbiamo il sommo Yupa, amico di Nausicaa e di suo padre, saggio,
previdente e intelligente, abile e veloce nel pensare e agire, con grandi doti
diplomatiche. Poi Kushana, la principessa di Tolmekia, severa, rigida e
spietata ma anche furba e strategica. Insomma, come vedete non sono mal
caratterizzati, però appunto, non hanno quella complessità perfetta del
personaggio di Nausicaa.
Come chi ha visto almeno un film di Miyazaki
sa bene, dietro a ogni storia c’è un significato o una riflessione. Nausicaa
della Valle del Vento riassume in sé la maggioranza delle istanze che Miyazaki
porterà avanti nei film successivi. Mi soffermerò qui su quelle principali, ma
ci sarebbe molto altro da dire.
Le tematiche ambientaliste sono il primo
motore della storia: il mondo post apocalittico in cui si svolge il racconto è
in crisi ambientale, e fin dall’inizio gli uomini si lamentano di questo. Con
mano a mano che la trama prosegue i personaggi realizzeranno piano piano che ha
poco senso incolpare la natura della sua ostilità, ma l’unico colpevole è
l’uomo, che ha sconvolto gli equilibri ambientali. Dove l’uomo vede ostilità la
natura semplicemente si sta purificando. Non è la natura che è fatta contro
l’uomo, è l’uomo che ribellandosi non la comprende e cerca di uscirne, ma non
essendo ciò possibile non può fare a meno di scontrarsi con lei.
La crudeltà della guerra è condannata
fin dall'inizio, insieme alla pericolosità di lasciarsi andare ai propri
peggiori istinti, che hanno l’unico effetto di condurre alla violenza. Nausicaa
stessa, nonostante sulle prime sperimenti in lei una forma di rabbia che
neppure pensava di avere e che la porta a combattere con più ferocia di quanta
lei stessa desideri, comprenderà l’insensatezza di questo suo sentimento e
comincerà a desiderare la fine dei conflitti. La guerra e la violenza sono
insensate perché portano all'autodistruzione, e Miyazaki veicola attraverso
Nausicaa questo suo messaggio di pacifismo.
[SPOILER]Ma il messaggio forse più grande che il
manga vuole trasmettere, lo stesso che non a caso è espresso in Si alza il
vento, l’ultimo film di Miyazaki. Ho
deciso di metterlo sotto spoiler perché appunto è questo il significato
complessivo di tutti e sette i volumi, che è intuibile poco a poco nel corso
della storia, ma viene poi enunciato da Nausicaa stessa alla fine del fumetto
contro il sacerdote nella cripta. Conoscerlo senza aver letto il manga
significa davvero rovinarsi la lettura. Questo messaggio è una forte e
al tempo stesso disillusa esortazione alla vita. Le ultime parole pronunciate
alla fine del fumetto da Nausicaa stessa sono “dobbiamo vivere”. L’opera tutta
di Miyazaki esorta alla vita, ma non in maniera superficiale o idilliaca. Come
Nausicaa dice nel suo confronto con i sacerdoti, le persone non sono perfette,
non funzionano, hanno difetti e sbagliano. E a lei, come a Miyazaki, va bene
così. La vita, lei urla, è luce che splende nell’oscurità. La vita è come
l’uomo, è sbagliata, è imperfetta, è cattiva. Ma vivere sul serio significa
accettare tutto questo e continuare con le proprie forze a lottare per quello
che si crede, consci che la ricerca della perfezione è stupida ed inutile. La
vita è appunto errore e correzione, cercare la perfezione e così disconoscere
gli errori significa aver dimenticato che cosa significhi vivere. La vita è
movimento, la perfezione è stasi, e la stasi è morte.[SPOILER]
Come si può
vedere dunque, tutto ciò di cui si parlerà nei film successivi conterranno in
parte i temi che in Nausicaa della Valle del Vento sono trattati in modo
puntuale. Darsi alla sua lettura può essere dunque un modo per riflettere su
argomenti che ci riguardano nel profondo. Oltre che naturalmente un passo
obbligato per chi vuole conoscere Miyazaki.
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Hayao felice per la recensione positiva. Aveva bisogno di pubblicità. |
IN CONCLUSIONE
In poche
parole, Nausicaa della Valle del Vento è uno dei manga più belli che io abbia
mai letto. Intenso, poetico, coinvolgente e potente, in grado di raccontare con
abilità una grande storia. Non è una lettura semplice, come del resto sapeva
bene e teneva a sottolineare Miyazaki stesso, tuttavia una lettura che davvero
consiglio vivamente. Non ne resterete delusi, anzi, vi troverete di fronte a
una delle più importanti opere d’arte degli ultimi anni.
IL GIUDIZIO DI HISOKA:
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