Come
promesso nella recensione di Monster, è giunto il momento di parlare un po’ di
Crhno Crusade.
Il mio primo
approccio è stato guardare l’anime diversi anni fa, quando ero ancora alle
medie ed ero nel periodo della mia vita in cui la mia capacità di giudizio era
pari a zero. Perciò ricordo di averlo apprezzato tantissimo. Ora, a distanza di
anni, ho deciso di leggere il manga, sperando di restare soddisfatto come lo
era stato diverse estati fa guardando l’anime. Del resto, se l’anime era così
bello il manga non poteva che essere un altro capolavoro, no?
Ehm, non
proprio.
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Autore:
Daisuke Moriyama
Anno: 1999
Volumi: 8
Editore:
Magic Press
TRAMA
Rosette è
una suora che appartiene all’Ordine di Maddalena, un gruppo di esorcisti che
combatte i demoni in America negli anni ’30 del secolo scorso. Ad accompagnarla
però c’è proprio un demone, Chrno, che in passato ha stretto un misterioso
patto con la ragazza. I due hanno lo scopo di trovare il fratello di Rosette,
Joshua, e nel frattempo porre fine alle macchinazioni del suo rapitore, Aion,
demone ribelle che era stato anni prima alleato di Chrno, prima che
quest’ultimo lo tradisse. La battaglia personale di Rosette (alla quale si
uniscono anche altri personaggi, come la timida e insicura Azmaria e la strega
dei gioielli Satella) contro Aion per il salvataggio di Joshua diventa perciò
anche la battaglia per il mondo, perché non diventi vittima dei piani crudeli
del demone. Tuttavia, non tutto è così semplice. Ci sono molti punti oscuri e
segreti non svelati, che potrebbero rendere qualunque finale, sia che Aion
vinca sia che perda, una sconfitta.
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Aion prende il nome dalla tipica esclamazione del mignolo contro la gamba del tavolo |
LA MIA OPINIONE
Cioè, le
premesse meritano. Voglio dire, a me la trama attirava. L’ambientazione è
originale per essere un manga, la lotta tra demoni e forze del bene un po’ meno
ma insomma, questo, a me perlomeno, non ha tolto la voglia di leggere. Tra
l’altro è anche abbastanza breve, sono solo otto volumi. Tra l’altro basta
sfogliare il primo capitolo per rendersi conto che è difficile annoiarsi, si
legge molto bene. In effetti, pure troppo.
Ebbene sì,
Chrno Crusade è troppo scorrevole. Non fai in tempo a capire quello che sta
succedendo che nel frattempo sono già accadute altre ventisei cose. Non fai in
tempo a realizzare che il duello tra Chrno e il nemico è cominciato che toh,
sono già passate venti pagine, è finito, passiamo subito al prossimo evento,
non sia mai che la trama risulti statica!
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Rosette, la pacatezza fatta suora |
Il primo
volume è il peggiore sotto questo punto di vista. Gli eventi scorrono sotto gli
occhi del lettore senza che questo possa empatizzare con i personaggi o con
quello che succede. Complice di questo è anche una sceneggiatura a mio avviso
pessima, che molto spesso concentra in una vignetta veramente un sacco di
cose. Allungare un po’ il brodo, in questo
caso, sarebbe stato un balsamo! L’autore ha fretta di concludere per non
annoiare, incalza il lettore e il risultato è che di quello che succede non
resta niente, soltanto una grossa domanda:”già finito?”.
Esistono dei
tempi nella narrazione. E stringere troppo è a volte più deleterio che
allungare. Così neppure i momenti comici, che rivestono un ruolo discretamente
importante visto che c’è un numero non esiguo, riescono a fare ridere. Viene
dedicato loro un secondo e poi via a parlare d’altro, come faccio a divertirmi?
Far ridere in un fumetto è così difficile anche perché richiede che il lettore
simpatizzi non poco con i personaggi e le situazioni, se ne faccia coinvolgere.
Una storia distaccata non è divertente, a meno che non si faccia ironia come
per esempio Manzoni (che più che sulle situazioni punta sul commento sarcastico
del narratore), ma non è questo il caso. E se tutto scorre troppo rapido e alle
situazioni viene dedicato troppo poco tempo queste scivolano via, e chi legge
non simpatizza.
È difficile
rapportarsi con i personaggi anche perché molto spesso sono delle macchiette.
Dei quattro protagonisti si salva davvero soltanto Rosette, che presenta una
personalità complessa, elaborata e coerente: è una ragazza energica, allegra,
che quando si trova di fronte a una difficoltà cerca di trovarci il buono più
che farsi abbattere dagli aspetti negativi. Non dico che sia un personaggio che
mi sta davvero simpatico, anzi, i suoi atteggiamenti spesso sono un
po’eccessivi, per quanto mi riguarda; ma non posso certo dire che non sia ben
costruito.
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Questo post è per i miei venticinque lettori... |
Il problema
sono gli altri. Azmaria ha qualche abbozzo di personalità, è timida e insicura,
ma oltre questo non va. Chrno e Satella invece sono vuoti. Non hanno
personalità, non hanno carattere, non hanno nulla. Non mi vengono in mente aggettivi
per descriverli, perché non mi vengono in mente momenti in cui hanno fatto
qualcosa che non rientrasse nel loro “ruolo” all’interno della trama. E se il
personaggio che dà il titolo al manga e che si suppone quindi essere
protagonista non è ben caratterizzato bé, qualche problema è evidente che ci
sia.
A parte
forse bisognerebbe parlare di Joshua, il quale una personalità la possiede,
solo che appare talmente poco che non riesce ad avere un grosso impatto nella
mente del lettore. Alla fine di tutto, si ha la sensazione di un’occasione
sprecata, di un personaggio che poteva diventare discreto e invece non lo è
diventato perché è stato tenuto troppo da parte.
I restanti
comprimari più che essere personaggi ricoprono un ruolo. C’è il reverendo che fa
andare avanti la trama quando serve, c’è la madre superiora che fa andare
avanti la trama quando serve, ci sono gli antagonisti che frenano un po’ la
trama quando serve, c’è il vecchio pervertito che non serve a niente ma spia le
suore sotto la doccia, eccetera eccetera. Roba assolutamente dimenticabile.
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Il maestro del vecchio pervertito |
In ultimo,
gli antagonisti. Senza arte né parte, direi. Non sono pessimi (per fare un
paragone con un libro, non sono quell’orribile parodia di un cattivo che è Tick
Tock in Terre desolate, tra l’altro prossimamente
su questi schermi), ma questo non significa che possano essere considerati
personaggi di spessore. Si collocano in quella zona grigia tra il buono e il
brutto. Sono in piena mediocrità.
La trama non
appassiona, non conquista, scorre e di lei non resta nulla. All’inizio è troppo
episodica perché realmente possa entusiasmare (non che sia sbagliato o negativo
di per sé che la trama sia episodica, ma in questo è proprio questo fatto che
mi ha impedito davvero di apprezzare), poi diventa effettivamente più unitaria, ma sempre per quel famoso
problema di gestione dei tempi narrativi scivola via lasciando al lettore poco
o niente. Rosette e Chrno sono sul treno delle marionette, Rosette e Chrno
incontrano Satella che prima è buona e poi cattiva, Rosette e Chrno incappano
in una nuova avventura, tutto che fila rapido senza neppure che il lettore se
ne renda conto. A ripensarci mi sembra quando mi tornano in mente vecchi
ricordi senza importanza, di cui magari resta vivo qualche dettaglio singolo e
curioso ma tutto il resto è stato del tutto dimenticato.
È uno di
quei momenti in cui direi che 8 volumi sono pochi: se la trama avesse avuto il
tempo di essere narrata in modo più accurato e che lasciasse un po’ più un
segno sul lettore l’effetto sarebbe stato decisamente migliore. Perciò, qualche
volume in più non avrebbe certo fatto male. Ovviamente, se già nella trama
principale i tempi sono accorciati nei flashback (che sono una sezione
decisamente importante della storia) lo sono ancora di più: il primo flashback
di Chrno e Rosette si dimentica nel giro di cinque minuti, quello di Aion e
Chrno invece lascia un po’ più il segno, ma siamo ancora sotto il minimo
sindacale.
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Satella in tutto il suo spessore |
Ci sono
soltanto due punti che a parer mio restano impressi. Uno è nel quarto volume,
ed è quando il gruppo dei quattro protagonisti si scatta la prima e ultima foto
insieme; l’intervento del narratore contribuisce a caricare l’evento di pathos
e, soprattutto, la narrazione si ferma decisamente, dando tempo al lettore di
gustarsi l’episodio e farsi pervadere dal senso di nostalgia che stringe il
cuore dei personaggi. L’altra cosa che resta impressa è, invece, l’intero
ottavo e ultimo volume, che è su un livello nettamente superiore rispetto agli
altri sette. Abbiamo (come prima) un rallentamento della trama, che si sofferma
sui punti importanti e su quelli che vogliono lasciare il segno sul lettore,
abbiamo nuovi interventi positivi del narratore, insomma, sembra che Moryiama
abbia battuto la fiacca per tutto il tempo per poi ricordarsi di saper scrivere
soltanto per gli ultimi dieci e passa capitoli. Il finale è forte carico di
emozioni, forse un po’ tanto tarallucci e vino visto quello che lo precede, ma
non posso lamentarmi. Verrebbe da dire che se tutto il manga fosse come
l’ultimo volume sarebbe sì un po’ più lungo, ma anche molto molto migliore.
IN CONCLUSIONE
Cosa rimane
da dire di Chrno Crusade? È stata una delusione. Ok, come accennavo all’inizio
quando ho visto l’anime non capivo neanche da che parte fossi girato, ma non
riesco a credere di aver toppato così alla grande. Spero che l’anime sia
migliore, spero che i miei buoni ricordi siano in qualche modo giustificati.
Non ho troppa voglia di guardarlo per verificare, ma lo spero.
Lo
consiglio, quindi? Naturalmente no. Anche se l’ultimo volume è bello, non vale
la lettura disastrosa degli altri sette.
Appuntamento
prossimamente su questi schermi con il ritorno di Naoki Urasawa e la recensione
di 20th Century Boys!
IL GIUDIZIO DI HISOKA:
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