Pare che
esista una sorta di incompatibilità tra questo blog e J.K. Rowling. È già la
seconda volta che leggo qualcosa di suo in questo periodo, ed è la seconda
volta che mi trovo a chiedermi se recensirlo come un normale romanzo oppure no.
Con Racconti di Hogwarts avevo deciso
di rinunciare, perché in effetti con romanzi o racconti non avevano nulla a che
fare. Con La maledizione dell’erede
sono stato in dubbio e alla fine ho deciso che sì, sarà recensito come un
romanzo, quindi dotato di articolo suddiviso in parti, Cthulhu e quant’altro.
Perché questa scelta? Perché posso adattare facilmente certi criteri che uso
nel valutare la prosa narrativa anche nel valutare uno spettacolo teatrale, in
particolare questo spettacolo
teatrale.
Fatta questa
premessa, vediamo che cosa ha da offrirci Harry
Potter e la maledizione dell’erede, e vediamo anche di rispondere alla
domanda cruciale che avrà certamente attraversato le teste di tutti, ovvero
“questo ottavo libro vale davvero qualcosa oppure è semplicemente un metodo per
spremere ancora la
grassa e succosa gallina dalle uova d’oro chiamata Harry Potter?”.
Harry Potter. Dallo sguardo si capisce che non gli piace essere spremuto. |
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Autore: J.K. Rowling, Jack Thorne e John
Tiffany
Anno: 2016
Editore: Salani
Pagine: 357
TRAMA
Il libro
comincia poco prima della fine de I doni
della morte, ovvero al momento della partenza di Albus Potter, figlio di
Harry e Ginny, per il suo primo anno a Hogwarts. Il ragazzino manifesta il
timore di finire nella casa di Serpevederde, e viene rassicurato da suo padre.
Parte poi sull’espresso per Hogwarts, accompagnato dalla cugina Rose, figlia di
Ron ed Hermione, anche lei al primo anno.
A Hogwarts,
i peggiori timori di Albus vengono realizzati: il cappello parlante lo colloca
nella casa di Serpeverde. Da questo momento cominceranno i guai per Albus:
costretto a vivere portando sulle spalle il peso oneroso della grandezza del
padre, sentendosi costantemente insoddisfatto di sé, dovrà affrontare gli anni
a scuola accompagnato solo da un inaspettato amico, Scorpius Malfoy, figlio di
Draco, e, nel tentativo di superare le proprie difficoltà con il padre e con sé
stesso, metterà mano in faccende importanti del Ministero della Magia che non
avrebbe dovuto conoscere, incontrerà la cugina di Cedric Diggory, Delphine, che
lo aiuterà nella ricerca e finirà per cacciarsi in situazioni molto più grosse
di lui. Tutto questo per cambiare le cose, per salvare “l’altro” dall’oblio.
J.K Rowling felice di aver pubblicato il libro. |
LA MIA OPINIONE
La prima
cosa che non va dimenticata quando si legge La
maledizione dell’erede è che siamo di fronte al copione di uno spettacolo
teatrale. Può sembrare scontato, ma vale la pena ricordarlo, perché a volte è
forte la tentazione di berciare contro quello che sta succedendo dimenticando
che, se in un romanzo certe cose non hanno senso, in uno spettacolo ne hanno
molto di più. Tipo, è facile lamentarsi del fatto che gli scontri sono
deprimenti e che anche antagonisti importanti vengono liquidati con qualche
incantesimo. Appunto, non scordiamo che quello che abbiamo di fronte è pensato
per essere rappresentato su un palco. Quindi è vero che è brutto leggere duelli
magici che consistono solo alcune battute composte solo da incantesimi e poi
puf il nemico ha perso, ma è altrettanto vero che a teatro quella scena
renderebbe sicuramente molto meglio, perché avremmo una rappresentazione molto
più precisa (e quindi più coinvolgente) della battaglia. Oppure, ha poco senso
lamentarsi del fatto che Albus e Scorpius lancino di fronte a tutti incantesimi
che non dovrebbe vedere nessuno. Siamo a
teatro, durante la rappresentazione sicuramente gli attori prenderanno una
posizione distante dagli altri personaggi sul palco, come se questi non li
potessero vedere. Ma ovviamente sono cose che non vengono riportare nel
copione.
Detto
questo, c’è anche un altro fatto che vale la pena chiarire. La maledizione dell’erede è stato
presentato come l’ottavo libro della saga, e secondo me questo è stato un
errore, come del resto era stato un errore presentare Racconti di Hogwarts come dei racconti. La maledizione dell’erede non è l’ottavo libro di Harry Potter,
tanto per cominciare perché appunto non è un libro ma uno spettacolo, la
versione cartacea è stata pubblicata, secondo me, con lo scopo di vendere
sull’onda della fama di essere un sequel. Il fatto che abbia la forma di libro
non lo qualifica come seguito ufficiale, perché il seguito ufficiale non
potrebbe che essere un romanzo, in quanto manterrebbe la struttura e la forma della
saga originale. Questo al massimo può essere un’opera derivativa che ne
continua la storia in una certa direzione. Accettabile e sensato. Ma non
vendetemelo come ottavo libro.
Altra cosa,
il nome della Rowling appare tra gli autori, ma a lei appartiene solo l’idea
originale. Non sappiamo quindi quanto nella stesura che possediamo ci sia di
suo e quanto invece sia un apporto degli altri due autori. Io credo che della
Rowling ci sia ben poco, non fosse altro perché diverse scene de La maledizione dell’erede scimmiottano
parti degli altri sette libri. E non mi pare che la Rowling lo farebbe, non ne
ha la necessità né le manca l’inventiva sufficiente per creare qualcosa di
nuovo.
Ron ha paura di ciò che sto per scrivere. |
E già che
siamo finiti in argomento, una delle cose che più mi ha fatto storcere il naso
è stato questo eccessivo rifarsi a situazioni già viste negli altri libri.
Sembra quasi che gli autori avessero paura che la storia non avrebbe catturato
e allora hanno cercato di infarcirla di quante autocitazioni possibili, per
rassicurare i lettori, perché hanno apprezzato la prima volta quindi
apprezzeranno di nuovo. E quindi abbiamo [SPOILER]
Albus, Scorpius e Delphini che si infiltrano nel ministero della magia
usando la pozione polisucco, come ne I doni
della morte. E questo è solo un esempio. L’altro momento
paradigmatico in questo senso che mi viene in mente è il duello tra Harry e Malfoy
a casa Potter: da un Harry arrabbiato, preoccupato e che è appena stato
provocato ci si aspetterebbe che, quando Malfoy dichiara di volergli fare del male,
si difendesse con la dovuta aggressività. E invece no, lancia un tarantallegra,
come a scimmiottare il duello ne La
camera dei segreti. È una cosa stupida, tra l’altro sono quasi
centocinquanta pagine che seguiamo Harry quando succede questa cosa, sappiamo
che ormai è duro e pronto a tutto, non sarebbe incoerente vederlo Schiantare
Malfoy, e soprattutto sarebbe logico.
Ma smettila, vai col tarantellegra, che se copiamo un po’ gli altri libri
magari alla gente piace![SPOILER]
Ci sono poi
tutta una serie di momenti che semplicemente sono stupidi e insensati, che
pasticciano la trama e danno parecchio fastidio. Uno su tutti può essere la
scena dell’infiltramento al ministero, in cui l’antifurto dell’ufficio del
Ministro della Magia è basato su un sistema che all’apparenza protegge la
GiraTempo mentre come effetto collaterale conduce il potenziale ladro al suo
nascondiglio. Molto utile, davvero molto utile! Ma usare uno dei tanti
incantesimi di sorveglianza e individuazione dei nemici mostrati nel settimo
libro era troppo intelligente? Era proprio necessario complicarsi la vita con
un sistema così stupido? Tra l’altro, questa scena prende due piccioni con una
fava perché presenta anche uno scimmiottamento degli altri libri, in particolare
della scena dell’indovinello ne Il calice
di fuoco. Anche qui ci sono degli indovinelli da risolvere, ma nulla a che
vedere con quello della sfinge, e la sensazione che si prova è quella di una
brutta copia degli eventi passati.
Il momento
più assurdo di tutti lo metto sotto spoiler, ma merita moltissimo. [SPOILER] A un certo punto Scorpius e
Albus decidono di salvare Cedric Diggory dalla morte usando la GiraTempo. Che è
un’idea che io ho trovato adatta ai personaggi, un po’ esagerata ma va bene.
Per realizzare il loro piano decidono di presentarsi alla prima prova e farlo uscire dal torneo. Che è una cosa stupida
perché a) più che farlo uscire al massimo gli fai prendere pochi punti e b)
perché Cedric incontra Voldemort alla terza prova! La cosa più logica sarebbe
stata presentarsi dieci minuti dopo l’inizio della terza prova, tirare una
bastonata in testa a Cedric e sparare scintille rosse per farlo venire a
prendere e dichiarare fuori gara. E invece va bé, non va così e quindi Scorpius
e Albus combinano un guaio inutile dietro l’altro. Almeno la loro scelta
stupida ha delle conseguenze.[SPOILER]
A Malfoy non piace la mia recensione. |
Ci sono poi
un paio di altre cose che non mi sono piaciute. Si tratta di un giudizio
abbastanza personale in questo caso, perché ci sono delle scene che ho trovato
semplicemente fuori luogo, o comunque non da Harry Potter. Tipo la scena della
vecchia del treno. Dai, quando mai la Rowling avrebbe pensato una cosa del
genere? Se avesse mai dovuto parlare dei sistemi di prevenzione della fuga
degli studenti dall’Espresso per Hogwarts si sarebbe inventata qualcosa di
completamente diverso, un sistema di antifurto a metà tra il serio e il comico
che sarebbe stato spiegato facendo ironia sui suoi effetti sulle persone. Tipo
la linea dell’età, una cosa del genere. La soluzione mostrata ne La maledizione dell’erede è fin troppo
seria e “spaventosa” per una situazione di questo tipo. E tra l’altro va bé,
considerando che Albus e Scorpius, che sono due pivelli, le sfuggono senza
alcun problema, suona proprio temibile questa vecchia del treno.
O anche,
sempre per restare nel campo delle
cose-che-non-sono-male-di-per-sé-ma-che-la-Rowling-non-avrebbe-mai-fatto-neanche-sotto-tortura,
si può parlare dei mestieri che svolgono i personaggi principali della serie.
Girando su internet tempo fa avevo trovato riportate le dichiarazioni della
Rowling di una decina di anni fa sulle cose che avrebbero fatto i personaggi
dopo il settimo libro, e una gran parte di queste cose mi era piaciuta. Ecco, La maledizione dell’erede si distacca in
maniera molto marcata da tutto ciò e inventa per conto suo. E secondo me
inventa male. Tipo, Harry capo dell’Ufficio Applicazione della Legge sulla
Magia? Ma Harry doveva diventare auror, quanto ci abbiamo sperato tutti e
quanto ci ha appassionato la scena dei colloqui del quinto libro in cui la
McGranitt dichiara che farà diventare Harry auror anche a costo di farlo
studiare di notte? Poi abbiamo Ron direttore dei Tiri Vispi Weasley, che non ha
un senso che sia uno, e Hermione Ministro della Magia, che anche lì io non ce
la vedo per niente (e infatti mi pare di ricordare che la Rowling avesse
dichiarato che avrebbe lavorato nell’Ufficio Regolazione e Controllo delle
Creature Magiche, segno che neppure lei ce la vedeva). Insomma, sono soluzioni
che non trovo per nulla adatte alla caratterizzazione dei personaggi e a quanto
detto nei sette libri precedenti, e che di base non stanno bene con tutto il
resto.
C’è qualcosa che può redimere La
maledizione del’erede? Perché finora ne ho parlato male, parrebbe quasi che
sia un libro tutto da buttare via. E invece no, ci sono delle buone cose, che
poi sono quelle che mi hanno portato a dare una valutazione sufficiente. I
personaggi sono pensati e realizzati molto bene, davvero molto bene. Rose è la
figlia di Hermione e si vede, hanno caratteri simili ma la prima è più rigida,
a causa direi io della sua giovane età. Harry, Ron ed Hermione sono diversi da
com’erano negli altri libri ma è comprensibile, sono passati diciannove anni,
sono anche cresciuti. Tuttavia resta in loro qualcosa di come li conoscevamo
noi, e questo per me è sufficiente.
J.K. Rowling triste. Notare l'espressione completamente diversa da quella felice. |
La vera rivelazione del libro sono comunque Scorpius e Albus. Sono ottimi
personaggi, ben caratterizzati, credibili e interessanti. È difficile non
farseli stare simpatici e non farsi coinvolgere subito dalle loro vicende.
Inoltre il loro rapporto di amicizia è gestito benissimo: non è qualcosa di
imposto o artificioso, è sincero e spontaneo, tant’è vero che hanno anche dei
momenti di scontro, e quei momenti in realtà riescono poi a renderli ancora più
affiatati dopo. Entrambi hanno problemi con i padri, entrambi sono degli
esclusi, anche se per motivi diversi, e questo li porta naturalmente a fare
amicizia. Sì, naturale è la parola che meglio descrive il tutto.
Anche il rapporto padre e figlio è ben gestito, sia quello tra Harry e
Albus che quello tra Scorpius e Draco. Alla fine questo è il tema principale
della storia, come i figli si sentano adombrati dai padri e come i padri
scarichino su di loro i propri bisogni. Attraverso le vicende sia gli uni che gli altri potranno crescere e superare queste difficoltà,
andando a consolidare il proprio rapporto. In breve, sotto questo aspetto non
ho nulla da contestare, anzi, complimenti!
Vale la pena poi dire che ci sono un paio di momenti malinconici
decisamente ben riusciti. Sono pochi, ma ben realizzati, e vale la pena
nominarli.
IN CONCLUSIONE
Harry Potter e la
maledizione dell’erede è stato presentato
come l’ottavo capitolo della saga, ma non vuole esserlo e anche se volesse
comunque non riuscirebbe. Ha difetti di trama notevoli e scimmiotta troppo i
libri precedenti, e riesce a salvarsi solo grazie all’ottimo lavoro fatto sui
personaggi. Quindi non mi sento di sconsigliarlo, anche perché ci vuole
veramente pochissimo tempo per leggerlo, però indubbiamente non aspettatevi un
capolavoro, perché non lo è.
E' giusto considerare che è due spettacoli teatrali. E fra le altre cose, fra qualche mese, dovrebbe uscire la versione definitiva, che dovrebbe tenere conto di tutte le correzioni fatte durante tutte le esibizioni.
RispondiEliminaSarebbe interessante poi legger la versione in prosa.
E' un "libro" che si legge davvero velocemente e, un po' come gli altri HP, sempre abbastanza col fiato sospeso.
All'inizio è veloce. Fin troppo veloce (ma - giustamente - è uno script teatrale!).
E' una lettura davvero piacevole. In sè. Soprattutto è bella la parte centrale coi viaggi nel tempo: la trovo ben riuscita e divertente, nonchè un meritato omaggio agli altri libri (in particolare il quarto - per quanto, come dici tu, le idee dei protagonisti siano decisamente idiote seppur totalmente in linea coi personaggi). Inserita all'interno della saga di Harry Potter, vengono a galla diverse incoerenze (prime fra tutte il funzionamento delle giratempo). Ma in mezzo a molte idee un po' "così" che hai evidenziato anche tu, ci sono anche delle belle idee.
Un libro promosso seppur non a pieni voti. Da leggere.