La divisione
tra shonen e seinen è una cosa che conoscono tutti. Siccome poi lo shonen si è
specializzato in un genere particolare (che non significa che non esistano
shonen che se ne distaccano, significa che nell’immaginario collettivo lo
shonen ha determinate caratteristiche), quelli che trattano tematiche un po’
più serie o che non possiedono i luoghi comuni del genere trovano sempre
qualcuno pronto a definirli seinen. Perciò c'è pieno di gente pronta a
sostenere che Death Note sia un seinen perché insomma, non ha i tizi che si
menano e ha una storia dark dove bene e male si mischiano cioè, mica come
Dragon Ball e altre schifezze varie. Ehm. Il genere di un manga è determinato
dalla rivista che lo pubblica, e basta. Quindi se Shonen Jump si mettesse a
pubblicare hentai, bene, quegli hentai sarebbero shonen.
Questo
perché il manga di cui voglio parlare oggi ha ricevuto un trattamento simile ma
opposto, ovvero è un seinen ingiustamente identificato come shonen, tant’è vero
che questa classificazione è presente in bella vista sulla sovraccoperta
dell’edizione italiana. Si tratta di Tokyo Ghoul, che è pubblicato in Giappone
da Weekly Young Jump, che tra gli altri contiene, per fare un esempio, anche
Zetman. Che non è propriamente uno shonen.
Un altro bel manga pubblicato su Weekly Young Jump. |
Fatta questa
distinzione, vediamo che cosa c’è da dire su Tokyo Ghoul e se valga la pena
leggerlo. SPOILER: sì, vale la pena, LEGGETELO!
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Autore: Sui
Ishida
Anno: 2011
Volumi: 14
Editore: J-Pop
TRAMA
Siamo nella
nostra epoca, a Tokyo, ma una Tokyo molto diversa da come potremmo immaginarla.
Circolano infatti delle creature pericolose, i ghoul, esseri in tutto e per
tutto all’apparenza simili agli umani, ma dotati di una grande capacità di
rigenerazione, una forza sovrumana e un apparato digerente molto particolare,
che provoca loro una fame insaziabile e grandi crisi quando questa non viene
soddisfatta ingerendo l’unico cibo che il loro organismo sia in grado di
assimilare: gli uomini.
I ghoul
vivono come fossero persone normali e nel frattempo procacciano le loro prede,
mentre un istituto governativo apposito si occupa di effettuare indagini per
scovarli ed eliminarli prima che possano nuocere alla gente. Ken Kaneki è un
ragazzo come tanti, timido e indipendente, con una grande passione per la
lettura e istinti protettivi nei confronti delle persone che ha intorno. A
causa della sua natura schiva, Ken ha un solo amico e non ha mai avuto una
fidanzata. Rimane così molto sorpreso quando Rize, una ragazza molto bella che
ha conosciuto in un bar, appassionata dei suoi stessi libri, lo invita a uscire
con lei una sera. Rize è in realtà un ghoul, e durante il loro appuntamento
rivela la propria vera identità e tenta di mangiarsi Ken. Durante l’attacco,
delle travi sporgenti dal tetto di un palazzo cadono e uccidono Rize
schiacciandola. Ken viene trovato ferito e portato d’urgenza in ospedale. Ha
ricevuto ferite molto gravi, e l’unica soluzione che viene trovata è quella di
trapiantargli gli organi di Rize, che viene scambiata per un umana.
L’operazione ha successo e Ken è salvo, ma questo è solo l’inizio di quella che
lui stesso definisce una tragedia. Gli organi impiantati lo rendono non più
umano né ghoul, ma una creatura a metà tra i due. Sarà costretto a dover
convivere con la sua nuova fame, per la quale prova orrore e raccapriccio, e a
conoscere così il mondo dei ghoul nel tentativo di trovare un modo per
conciliare le due anime che abitano in lui.
LA MIA OPINIONE
Ho letto
Tokyo Ghoul due volte e mezzo. La prima un paio di anni fa, la mezza volta ad
aprile scorso e la seconda ora, e l’ho fatto con l’intenzione di proseguire
leggendo anche il seguito, Tokyo Ghoul: re, e a questo programma sono riuscito,
contro ogni mi aspettativa, ad attenermi in modo perfetto. La colpa (o il
merito? Il mio studio e la mia testa hanno due opinioni diverse) è di quanto
Tokyo Ghoul sia in grado di conquistare il lettore. Una volta ne ho letto circa
cinquanta capitoli in poco meno di due ore (per i miei standard non è tanto, di
più), e posso assicurare che se non avessi avuto lezione all'università avrei
proseguito ancora, non riuscivo proprio a staccarmi dalla pagina.
La simpaticissima e per nulla inquietante Rize. |
La trama
parte in modo non molto originale, quante volte l’abbiamo già vista? Tizio a
caso non è più umano a causa di un brutto incontro e ora deve imparare a vivere
e convivere con la sua nuova forma. Il fatto è che l’autore riesce a riproporre
il tutto in modo davvero originale, in parte grazie alla sua abilità nel
sviluppare in modo proprio queste idee già viste, in parte grazie alle sue
grandi doti di sceneggiatore. Il risultato è un a lettura avvincente, che
riesce a stupire a ogni capitolo e che solo in pochissimi casi sa un po’ di già
visto.
Sui Ishida
ha fin dall'inizio chiaro come la vicenda si svolgerà nella sua interezza. E
non intendo come evolveranno le vicende di Tokyo Ghoul, molto probabilmente,
almeno a partire da un certo punto della storia, sa anche come si svilupperà
Tokyo Ghoul:re. Questo enorme controllo gli permette di disseminare la trama di
indizi o di dettagli che verranno poi ripresi molto dopo e che costituiranno
elementi importanti. Personaggi che a lungo hanno avuto un ruolo marginale si
scoprono poi come fondamentali, e mai questo suona forzato o forzoso, anzi,
tutto succede con grande logica e naturalezza. Molti misteri vengono proposti e
mai risolti (bisognerà aspettare il :re!) o risolti molto più tardi rispetto
alla loro apparizione, e questo non solo dà un senso di unitarietà che i manga
di media o grande lunghezza spesso tendono a perdere, ma anche consente alla
trama di fluire in modo più scorrevole e diretto. Non si ha mai l’impressione
che l’autore si stia perdendo dietro vicende di poco conto, tutto il contrario.
La dicotomia
tra buoni e cattivi è assente, e viste le premesse questo non stupisce. Kaneki
ha vissuto la sua vita vedendo i ghoul come “cattivi”, e quando poi si trova
catapultato dall’altra parte può osservare come non meno “cattivi” siano gli
umani. Ciò che gli preme di più non è però dare giudizi affrettati quanto, come
dice lui, “proteggere tutti”. Mezzo umano e mezzo ghoul, è l’unico che può
comprendere le necessità e le istanze di entrambi gli schieramenti, e anche
colui che quindi può rendersi conto di come le incomprensioni, la volontà di
non capirsi e il rifiuto di oltrepassare la propria limitata visione delle cose
siano la causa principale del conflitto.
La trama si
apre così a diverse riflessioni che accompagnano la crescita di Kaneki, che da
un lato si trova, nel tentativo di proteggere le persone, a concentrarsi sempre
di più su sé stesso, dall’altro comincia piano piano a comprendere che cosa
significhi aiutare e a non confondere, errore che invece viene commesso molto
spesso, l’altruismo con l’egoismo, il sentimento di solidarietà con
l’egocentrismo. Questa crescita non ha una fine, un punto di arrivo, ma si
arresta di colpo, in modo del resto inevitabile, visto quello che accade. Sono
sicuro che nel :re questi temi saranno ripresi, visto che costituiscono
l’essenza stessa di Kaneki.
Ai misteri
si accompagnano i frequenti cambiamenti di bandiera da parte di alcuni
personaggi, e l’apparizione di fazioni spesso opposte tra loro, a volte
alleate, ciascuna con scopi precisi ma diversi. La posizione che queste fazioni
hanno nella guerra umani vs ghoul non è stata chiarita, e anzi, alcuni gruppi,
come i Pierrot, restano ancora nell’ombra, e i loro obiettivi non sono per
nulla chiari.
Pennywise, il capo dei Pierrot. |
Come ho
avuto modo di accennare poco fa la sceneggiatura merita moltissimo, è uno dei
punti di forza di tutto il manga e anche fonte principale del magnetismo che ne
permea le pagine. La parte dell’appuntamento di cui parlavo nella sezione
dedicata alla trama è per esempio un piccolo capolavoro, e lo stesso si può
dire anche del combattimento con Nishio o delle torture di Yomori (questo
momento più di altri è davvero spettacolare, riesce a imprimersi nella mente del
lettore come un marchio a fuoco). Le scene rappresentate nelle tavole sono
dinamiche e coinvolgenti, rapide e incalzanti, e il disegno di Ishida è il
tocco finale per immergere del tutto il lettore nel fiume degli eventi che lo
trascina e lo conduce dove vuole. Ishida deve moltissimo a Togashi in questo e
non ne fa mistero, nonostante ciò ha uno stile molto personale. Non segue in
modo pedissequo il modello ma lo sfrutta per giungere a qualcosa di unico e
proprio.
I personaggi
sono davvero ben fatti. Il carattere di Kaneki è delineato fin dall’inizio e,
come dicevo prima, cresce e si sviluppa nel corso della storia, diventando
sempre più maturo e adulto. Kaneki è un personaggio che non necessariamente può
piacere a chi legge, anzi, e spesso prende decisioni che possono essere
opinabili (sempre con quella maledetta mania di voler salvare tutti da solo!),
ma è un personaggio forte, in grado di sorreggere sulle proprie spalle il peso
della storia, in grado di convincere il lettore a volerlo seguire e a voler
sapere come andranno a finire le sue vicende.
Touka,
compagna ghoul di Kaneki, è un altro personaggio davvero ben delineato. Seria,
rigida, distaccata, severa con sé stessa e con gli altri, anche Touka a volte
spesso compie scelte che non sono condivisibili, ma è il suo carattere, e
quindi le sue decisioni si adeguano a quello. Il punto è proprio questo, i
personaggi sono vivi e coerenti, e anche quando fanno qualcosa di stupido è
coerente con come sono loro, e quindi va bene. Ho citato solo Touka e Kaneki
perché appaiono più spesso degli altri, ma tutti hanno il loro carattere ben
approfondito e coerente. Nishio, Yoshimura, Yomo, Juzo Suzuya, Uta e tutti gli
altri sono persone reali, concrete, che sembrano potersi staccare dalla pagina.
Proprio per questo è un piacere seguire le loro storie e vedere che cosa fanno,
e come Kaneki interagisce con loro.
Il saluto che tutti vorremmo, by Juzo Suzuya. |
L’unico
personaggio meno originale e Shuu Tsukiyama, che ricalca da vicino un
personaggio di Hunter x Hunter, Hisoka. Per questa ragione la parte a lui
dedicata, in particolare il volume 5, è quella che mi è piaciuta di meno,
quella che zoppica un po’ e che tutto sommato avrei evitato o al massimo
accorciato di molto. Invece dura se non sbaglio una decina di capitoli! Ad ogni
modo è una parte abbastanza irrilevante della storia, quindi alla fine ci
si può passare sopra.
Caratteristica
estremamente interessante è il simbolismo che permea l’opera. Ci sono vari
dettagli sparsi qua e là nel fumetto che possono anche passare inosservati, ma
che se ci si presta attenzione ci si rende conto che appaiono sempre insieme a
determinati personaggi, andando a simboleggiare perciò le loro caratteristiche
o il loro destino, oppure che semplicemente costituiscono indizi per indicare
fatti successi che non sono stati spiegati ma che comunque l’autore conosce.
Sono presenti anche degli impliciti accostamenti dei personaggi alle carte dei
tarocchi, e anche in questo caso ha lo scopo di indicare o quello che succederà
oppure la loro personalità. Tutti questi sono piccole cose, ma indicano da un
lato come ogni cosa, anche il più piccolo angolo del fumetto, sia calcolato nei
minimi dettagli, dall’altro offrono tante chiavi di lettura di quello che sta
succedendo, rendendo davvero molto interessante cercare questi indizi nascosti.
Ogni tanto
nella narrazione c’è qualche peccato veniale, come un capitolo, se non sbaglio
nel sesto volume, che è una gigantesca lezione su come sono i kagune dei ghoul,
quindi molto utile, ma che poteva essere più corta e impostata in modo un po’
diverso, così sembra sia una conferenza dell’autore pronunciata attraverso i
personaggi. Ma appunto succede una volta e sono pure informazioni importanti,
si può soprassedere, è un capitolo lento contro altri 143 che scorrono che è un
piacere.
Anche lui dedicherà una puntata di Voyager ai kagune. |
Mano a mano
che la trama procede, i combattimenti in stile shonen diventano sempre più
numerosi. Non sono i migliori combattimenti che io abbia mai letto, la
strategia è quasi assente, tuttavia sono dinamici e movimentati, e molto ben
studiati. Non ci sono power up né vittorie improvvise di chi un attimo prima le
stava prendendo (come in Fairy Tail, tanto per capirci), quindi costituiscono
una lettura avvincente e piacevole, anche se a volte sono un po’ confusi.
Insomma, non sono la parte meglio riuscita del fumetto ma vanno bene, in
particolare visto che tutto il resto si mantiene su livelli altissimi.
IN CONCLUSIONE
Tokyo Ghoul
è splendido, tiene col fiato sospeso e impedisce di staccarsi dalla
lettura, un manga dalle tinte horror che mischia azione e momenti più
riflessivi e psicologici in modo spettacolare. È una lettura agile e rapida che
conquista dall’inizio alla fine e che immerge il lettore in una spirale di
tensione che culmina ogni volta in momenti più intensi e potenti. Davvero ne
consiglio la lettura, non ve ne pentirete!
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