È una vita che non scrivevo
nulla su Asimov. La ragione è la stessa per la quale ho ancora a metà
la recensione della saga della Torre Nera, e cioè che non c’è tempo per fare tutto e mi sono saltati
fuori romanzi che avevo più fretta di recensire. Ma adesso rimedio
a tutto, promesso, prima di parlare de Il
richiamo del cuculo o della Trilogia dei fulmini o di qualunque altro libro
io abbia letto in questi mesi chiudo le saghe che ho a metà.
La trilogia
della Fondazione aveva cominciato con un romanzo mediocre e continuato con uno
eccellente. Resta da vedere se Seconda
Fondazione ne sia una degna conclusione oppure sia un flop come Prima Fondazione.
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Autore:
Isaac Asimov
Anno:
1953
Editore:
Mondadori
Pagine: 210
TRAMA
Come gli
altri due volumi della serie anche Seconda
Fondazione é suddiviso in parti, e come nel caso di Fondazione e Impero queste parti sono due. Ricompare un personaggio
che chi ha letto la mia recensione dello scorso volume ricorderà
sicuramente, ovvero il Mule. Sapete, quello che era un antagonista ma era ben
caratterizzato, quello che alla fine ti stava simpatico quanto i protagonisti
se non di più. Ecco, il Mule é protagonista della prima parte, che lo
vede alla ricerca della misteriosa (e potenzialmente pericolosa) Seconda
Fondazione, creata da Hari Seldon in concomitanza con la prima ma in segreto,
con scopi sconosciuti. Lo scopo del Mule é semplice: trovare la Seconda Fondazione prima che possa
diventare una minaccia per l'impero che sta costruendo.
La seconda
parte racconta la ricerca della Seconda Fondazione da parte della Prima
Fondazione. La protagonista di questa storia é un personaggio all'apparenza marginale, cioè
Arcadia, la figlia del dottor Darell, incaricato della ricerca insieme a una
commissione di membri della Prima Fondazione. Arcadia, sveglia e arguta,
riuscirà a inserirsi in modo clandestino in questa missione, rivelando
la propria intelligenza nel tentativo di rispondere all'interrogativo che
esiste dall'inizio del romanzo: dove si trova la Seconda Fondazione?
Il Mule. |
LA MIA OPINIONE
Il mistero
della Seconda Fondazione è un po’ la
domanda cardine su cui ruota tutta la trilogia, perché è stata accennata nel
primo romanzo, è diventata importante nel secondo e nel terzo è il motore di
tutti gli eventi e, una volta soddisfatta, pone fine alla storia. È anche ciò
che consente di conoscere del tutto il Piano Seldon, che è ciò che sta dietro a
tutti gli eventi della trama e che viene spiegato poco per volta. Insomma, ha
un ruolo davvero importante nel plot, e proprio per questo deve essere gestito
molto bene, altrimenti tutto il romanzo crolla. C’è bisogno di un’abilità
narrativa notevole per fare questo e allo stesso tempo dare al tutto un finale
che sia degno sia del romanzo che dell’intera trilogia.
Asimov ha già dimostrato grandi
capacità di narrazione nei due libri precedenti, anche nel primo che pure non
era granché, e bisogna dire che non si smentisce. Il segreto della Seconda
Fondazione non viene svelato fino proprio alla fine, e riesce a stuzzicare e
accendere la curiosità del lettore in modo molto efficace. Questo è dovuto alla
particolare struttura che assume il finale del romanzo, dove per finale intendo
le ultime più o meno trenta pagine, in cui, senza fare spoiler, in sostanza viene
messa una dietro l’altra una serie incalzante di colpi di scena. Vengono
proposte tutte le teorie che sono state elaborate dai personaggi
sull’ubicazione della Seconda Fondazione e tutte vengono prima date per vere e
poi smontate. La tensione nel lettore è in un costante crescendo che aumenta e
lo stringe mano a mano che le teorie vengono presentate e poi inevitabilmente
demolite, e alla fine quando una viene rivelata come vera si ha la stessa
sensazione di quando in un giallo il detective accusa l’assassino e la
soluzione, prima nebulosa, diventa chiara ed evidente. Queste ultime trenta
pagine conquistano, trattengono il lettore nella lettura e scorrono tutte d’un
fiato, quasi non si sentono e giunti alla fine si ha una sensazione di
tranquillità, di serenità. Si ha l’impressione che tutto sia al suo posto, che
la storia non poteva né doveva continuare, che tutto è stato sistemato, che
quella non poteva che essere la fine. Visto che capita spesso di terminare un
libro e avere la sensazione che un po’ di pagine in più avrebbero migliorato la
trama, oppure che certi punti avrebbero potuto essere trattati in modo più
approfondito, questa sostanziale completezza è davvero apprezzabile.
"Ma se io mi nutro e tu ti nutri, Frank Sinatra?" |
Nella recensione di Fondazione e Impero avevo decantato le
lodi del Mule, e bisogna dire che non posso fare altrettanto parlando di Seconda Fondazione, ma questo non
avviene per negligenza dell’autore, quanto perché l’approfondimento psicologico
del Mule non è più importante, essendo già stato portato a compimento. Quello
che fa ora la trama è mostrarcelo alle prese con altre vicende, e quindi su di
esse vanno a concentrarsi le attenzioni sia dello scrittore che del lettore. È anche
per questo che altri personaggi coprotagonisti hanno uno spazio non indifferente
nella storia, personaggi che risultano caratterizzati in modo accettabile. Non
sono nulla di straordinario ma fanno il loro sporco lavoro senza essere piatti
come sagome di cartone oppure banali o stereotipati.
Il personaggio rivelazione del romanzo
appare nella seconda parte, ed è la protagonista Arcadia. Arcadia è una
ragazzina intraprendente, energica e intelligente, una che sa il fatto suo, che
sa cosa vuole e fa di tutto per ottenerlo. È davvero piacevole leggere le parti
dedicate a lei, anche perché comportano un cambiamento affatto sgradito nello
stile. Infatti, la scrittura di Asimov per tutti e tre i libri è sempre
composta e posata, mentre dall’apparizione di Arcadia in poi diventa vivace e
brillante, scivola che è un piacere (non che prima fosse noiosa, anzi, ma così
va via che uno neanche se ne accorge) e riesce a incalzare il lettore e a
divertirlo senza diventare mai stupida o frivola. Non che sia una novità che
Asimov è posato per scelta, ma quando vuole riesce a scrivere in modo divertente,
basta leggere Rompicapo in quattro
giornate, che fa dello stile delle parti di Arcadia uno dei propri punti di
forza, ma è di certo un fatto inusuale e davvero ben azzeccato all’interno
della Trilogia.
In diversi punti ritorna quella
caratteristica che avevo lodato nella scorsa recensione, quei punti così ben
scritti, così intensi e lirici che fanno a volte quasi tremare. I ricordi che
mi sono rimasti più impressi sono nel finale, ma il romanzo intero è costellato
di questi momenti che sanno davvero trasportare, costituiscono quel qualcosa
che aggiunge un tocco in più alla lettura, quell’elemento che solleva il
lettore e gli fa sembrare di volare leggero come una piuma. Sono più frequenti
che in Fondazione e Impero, ma sono
altrettanto intensi e coinvolgenti.
La protagonista Arcadia ritratta durante una gita al lago. |
La trama è davvero ben congegnata,
come del resto dopo aver letto due suoi romanzi è lecito aspettarsi da Asimov. La
tecnica dei colpi di scena in serie non è utilizzata solo nel finale della
seconda parte ma anche in quello della prima, seppure in modo meno incalzante,
e anche in quel caso riesce a generare sufficiente tensione. In generale si
nota appunto una maggiore volontà da parte dell’autore di tenere i lettori
sulle spine, e il gusto di sottoporre loro delle situazioni che sembrano essere
in un certo modo e poi si scopre che non era così. La volontà di sorprendere e
interessare è la cifra dominante del romanzo, e questo non solo non dispiace,
ma risulta affascinante. Sono arrivato ad attendere con piacere i momenti in
cui l’autore ribalta le carte in tavola, perché non vedevo l’ora di poter
verificare le teorie che avevo pensato durante la lettura, e poi perché l’abilità
di Asimov è tale che è bello leggere i suoi colpi di scena.
La scrittura è scorrevole e
interessante, contribuisce a tenere il lettore incollato alla pagina e a non
staccarsi mai dalla lettura. A tratti diventa un po’ noiosa, in particolare quando
si sofferma su dettagli tecnici non di secondaria importanza ma che non sono
certamente il massimo delle emozioni, ma sono pochi momenti e isolati, che
quindi non vanno a intaccare la grandezza del libro.
Siamo di fronte perciò a una lettura
di tutto rispetto, un libro che riesce a concludere in modo degno la Trilogia.
Non posso trovare difetti, a pensarci bene non ce ne sono di particolarmente
evidenti o fastidiosi, c’è solo qualche sbavatura ogni tanto che mi impedisce
di dargli il voto massimo.
Isaac felice che sente l'odore degli Cthulhu che si avvicina. |
IN CONCLUSIONE
Oggi ho avuto meno da dire del solito.
Nelle recensioni normali scrivo almeno cinque o seicento parole in più. Il
fatto è che Seconda Fondazione è sì
un ottimo romanzo, ma presenta di fatto gli stessi pregi del libro che lo
precede, e vi aggiunge quel qualcosa che lo rende un filino migliore, ovvero la
tanto decantata tensione generata dai colpi di scena. Inoltre, a differenza di Fondazione e Impero, la prima parte non
è mediocre, anzi, tutto il contrario, e questo va a influenzare ancora di più
la già ottima godibilità della lettura. In sostanza, questa recensione è più
breve perché cerca di non ripetere quello che è già stato detto a proposito di Fondazione e Impero.
Vediamo di tirare le conclusioni. Di
certo non ho esitazione nel consigliare Seconda
Fondazione. E per quel che riguarda la Trilogia in generale?
Le mie considerazioni non possono che
essere positive anche al riguardo. A parte la lettura un po’ così del primo
libro gli altri due sono splendidi, e valgono ogni secondo che spenderete a
leggerli. Recuperateli se potete, comprateli, fateveli prestare, come volete,
ma affidate ad Asimov e alla Fondazione qualche ora del vostro tempo. Non
sarete delusi, tutto l’opposto, vi piacerà talmente tanto che sfogliare
l’ultima pagina e abbandonare il mondo della nostra Terra nel futuro sarà quasi
come abbandonare un vecchio amico. Non perdete quest’occasione.
VOTO:
Ciao Ton! :D
RispondiEliminaDa tempo volevo leggere qualcosa di Asimov, e pensavo di iniziare da Io, Robot. Visto che sei molto più esperto di me, mi consiglieresti di iniziare con quello o con qualcos'altro?
ps: bel articolo! :D
Allora, Io, robot è attualmente sulla mia mensola insieme ad altri cinque libri di Asimov che non attendono altro che io decida di mandare a quel paese gli esami per essere letti. Quindi non saprei consigliartelo. Sicuramente la Trilogia della Fondazione ti occuperà per un po' di tempo. Se vuoi qualcosa di Asimov che sia agile, divertente e ben scritto puoi buttarti su Rompicapo in quattro giornate, che però è un giallo e non fantascienza. Quindi a te la scelta in base al tipo di lettura che cerchi!
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