Oggi vi consiglio un manga che mi era piaciuto ai tempi quando l’ho letto
una decina di anni fa, che ho apprezzato rileggendolo l’anno scorso, e di cui
ho casualmente visto alcune puntate sparse dell’anime in questi giorni, e
quindi ce l’ho bene in mente. Questa è la motivazione ufficiale. Quella
ufficiosa è che è molto conosciuto, quindi devo scrivere meno.
Fullmetal Alchemist è un manga che ha
fatto la storia, praticamente. Racconta le vicende di due fratelli, Edward e
Alphonse Elric, che cercano di riportare in vita la loro madre usando
l’alchimia, ma l’operazione non va a buon fine ed Edward perde un braccio e una
gamba, mentre Alphonse l’intero corpo, sopravvivendo di fortuna grazie
all’intervento di Edward. Da qui inizierà il viaggio dei due ragazzi alla
ricerca della pietra filosofale, che vogliono utilizzare per annullare gli
effetti nefasti della resurrezione andata male.
Questo è solo l’inizio, e mostra in minima parte quali sono le potenzialità
della storia. Lo svolgimento della trama porterà i due fratelli a scontrarsi
con dei nemici pericolosi, gli homunculus, e metterà in scena una grande
quantità di personaggi, molti dei quali ben caratterizzati e approfonditi.
I due protagonisti sono molto ben tratteggiati, e subiscono un’evoluzione
non indifferente nel corso della storia, in particolare Alphonse. Inoltre, è
fatto molto bene anche l’aspetto della magia e della metafisica, che piano
svela pezzo per pezzo qual è il significato del fallimento della trasmutazione
umana di Alphonse ed Edward. Il tutto è condito da moltissimi momenti comici,
quasi sempre ben riusciti.
Se Fullmetal Alchemist fosse un
romanzo sarebbe di di genere new weird. Come manga è molto semplicemente uno
shonen, ma l’ambientazione particolare contribuisce ad aumentare il fascino
della lettura. È davvero ben gestita, e l’alchimia è inserita al suo interno
con un senso. Insomma, FMA riesce raggiungere dei livelli alti pur dovendosi
confrontare con tematiche, situazioni e ambientazione che non sono tipiche da
manga, e questo di sicuro è da riconoscergli. Non a caso, l’autrice ha fatto
molte interviste e molta ricerca per stendere la trama, e questo si vede anche
nel modo realistico in cui sono trattate certe situazioni, come la guerra di
Ishval.
Insomma, consiglio FMA agli appassionati di shonen, ma anche a chi cerca
qualcosa di diverso dall’ambientazione tipica e generica in cui troppo spesso
si adagiano gli autori.
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