Non ho resistito a parlare di Sanderson. Ce l’ho fatta per ben quattordici
puntate. Quattordici difficili e dolorose puntate, che hanno messo alla prova
la mia obiettività. Alla fine ho ceduto. Beccatevi un consiglio dedicato a
Sanderson. E fatemi il favore di leggerlo, grazie.
The emperor’s soul è una novelletta di
un centinaio di pagine, ambientata su Sel, il pianeta dove si svolge Elantris, primo romanzo mai pubblicato
da Sanderson, e anche non proprio il suo capolavoro, per così dire. Con Elantris, tuttavia, ha ben poco da
spartire, perché si svolge da un’altra parte e con altri personaggi. Racconta
la storia di Shai, che possiede l’abilità del Forging, che è uno dei tipi di
magia più fighi mai pensati da Sanderson e anche in assoluto, uno di quelli che
vorresti avere pensato tu perché è dannatamente geniale. Consiste nel riscrivere
la storia di qualcosa in modo tale da modificarne il suo presente, e più
credibile e dettagliata sarà la riscrittura, maggiore sarà l’efficacia e la
durata dell’operazione. Shai, che è stata arrestata per avere utilizzato il
Forging per rubare il Moon Scepter, riceverà un’offerta tanto preziosa quanto
pericolosa e difficile: usare il Forging per costruire una nuova anima
all’imperatore, e impedirne così la morte effettiva. Se ce la farà entro il
tempo prestabilito (l’imperatore è formalmente in periodo di lutto per la morte
della moglie, quindi non può apparire pubblicamente) allora otterrà la libertà,
altrimenti l’attende la morte. Ma ovviamente la questione non è così semplice.
Non tutti, fra i funzionari imperiali, desiderano che lei riesca nel suo intento...
Non ci sono motivi per non leggerlo. L’idea di base è molto interessante,
lo sviluppo imprevedibile, soprattutto certi aspetti, e la lettura è
scorrevolissima. L’ho letta praticamente in un giorno solo, ho iniziato e non
ho smesso di leggere fino alla fine. I personaggi sono ben caratterizzati, e
viene persino spiegato qualcosa riguardo alla natura metafisica del Forging,
cosa che è rara per Sanderson, che ha ben chiaro il funzionamento delle varie
Investiture ma raramente lo sanno anche i personaggi. I lettori invece lo sanno, perché gli fanno domande alle convention o ai firma copie, e lui risponde. Troppo, a volte. Maledetto Sanderson, lui e la sua mania di farsi scappare spoiler.
Ogni capitolo è indicato dal tempo che manca alla condanna di Shai, e
questo contribuisce a dare alla storia un ritmo concitato e coinvolgente. Shai
non è tra i protagonisti più memorabili scritti da Sanderson, ma non è boh, Raoden
di Elantris. Riesce comunque a
farsi apprezzare dal lettore fin da quasi subito, e lo stesso si può dire per
Gaotona, il funzionario imperiale più interessato a lei. Sono personaggi con
cui è facile empatizzare, e che restano impressi anche a lettura terminata (in
particolare il secondo).
Insomma, su The emperor’s soul ho
solo una cosa da dire: vorrei averlo scritto io. Ottima idea, buoni personaggi,
svolgimento incalzante e coinvolgente. Non si può chiedere di meglio.
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