giovedì 19 marzo 2020

Una corona di letture #2 - Level E di Yoshihiro Togashi

Yoshihiro Togashi è conosciuto per Yu degli Spettri e Hunter x Hunter, croce e delizia di tutti i suoi fan, me compreso, ed entrambi recensiti nella sezione dedicata ai manga. Oggi invece, cito il suo nome nella seconda puntata di questa Corona di consigli di lettura a proposito di un'altra sua opera, meno conosciuta forse ma non meno valida delle altre due sopracitate. Mi riferisco a Level E.

Level E è completamente diverso da quello cui ci ha abituati Togashi. Da lui ci aspettiamo strategie e combattimenti. Invece, in questo caso ha deciso di lasciarsi andare, di scatenare la sua stranezza e il suo genio in qualcosa che facesse della stranezza il suo punto di forza.

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Level E è la storia di un principe alieno, chiamato Baka, che arriva sulla Terra dopo avere perso la memoria. Qui vivrà una serie di avventure una più folle dell’altra, accompagnato da una serie di personaggi ricorrenti. Il motivo di queste avventure è Baka che cerca di sfuggire al suo dovere e ai suoi compiti, inventandosi le cose più assurde e finendo nelle situazioni più disparate.

Siamo di fronte quindi a una storia di stampo umoristico, ma non per questo leggera o priva di senso. Togashi rimane sempre lui, e quindi le situazioni che si generano nella trama sono complicate, tortuose e cervellotiche ma non puntano sull’azione, come invece in Hunter x Hunter, bensì sull’assurdo e sul ridicolo. Una lettura che a me personalmente ha divertito e intrippato al tempo stesso, cosa che, oltre a non essere facile da realizzare in generale, è secondo me anche non semplice da trovare nei manga, che spesso, quando vogliono essere umoristici, cadono nel ridicolo. Molto divertente è anche la storia dietro il titolo, che Togashi ha scelto pensando che alien si scrivesse con la E (da cui la E che segue a Level). Quando si è reso conto dell’errore, ha finto che la E venisse da E.T. Questo, e il fatto che nel primo volume Togashi dichiari di avere una doppia personalità, una che disegna e l’altra che sceneggia, sono già di per sé indice del tono dell’intera opera. Consiglio quindi di leggerla a chi vuole qualcosa di divertente ma non facile, dove la fantasia dell’autore procede a briglia sciolta senza alcun limite.

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