I draghi sono una creatura fantastica particolare. Sono banali e abusati
eppure, a differenza per esempio degli elfi, hanno stancato molto meno. Dove
conosco un sacco di persone che si lamentano degli elfi, non conosco nessuno
che non sia un minimo affascinato nel momento in cui si parla di draghi.
Soggetto al grande fascino dei draghi deve esserlo anche Taku Kuwabara, autore
del non ancora concluso Drifting Dragons.
Drifting Dragons è la storia dell’equipaggio
della Queen Zaza, una nave volante che caccia draghi. In particolare, l’autore
si sofferma sulle vicende di Takita, giovane recluta della nave, ragazza tanto
timida quanto desiderosa di imparare, e Mika, cacciatore di draghi esperto,
avventato, impulsivo e dall’appetito insaziabile. La prima avrà modo di
crescere e fare esperienza, mentre dell’altro verremo a scoprire che cosa si
nasconde dietro la sua aria burbera e insofferente.
A una prima occhiata Drifting Dragons
potrebbe sembrare una giapponesata stupida, non fosse altro che ogni
capitolo è dedicato in particolare a un piatto che viene cucinato dai
personaggi. Tuttavia, ben presto questa prima impressione cade da sé, un po’
per merito della gradevolezza della trama, un po’ per l’ottima
caratterizzazione dei personaggi, un po’ per la spettacolarità dei disegni.
Anzi, il disegno è di sicuro il punto di forza dell’intero manga. Le navi e le
divise dei personaggi sono disegnate con grandissima precisione e cura dei
dettagli. Inoltre, i draghi hanno un design vario, non banale e affascinante.
La parte più bella della lettura, quella che rimane impressa anche a molti mesi
di distanza, sono le pagine, occupate spesso da un’unica vignetta, che
riportano i voli di queste magnifiche creature.
Il manga è ancora in corso, ma mi sento di consigliarlo lo stesso, perché
è una lettura piacevole e leggera, ed è disegnato con tale bravura e precisione
che lo consiglierei anche se fosse la versione a fumetti di Abyss.
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