Ho detto che prima o poi recensirò questo romanzo e sono sempre di
quest’idea. Nel frattempo, lo consiglio qui. Time enough for love è un romanzo di fantascienza di Robert
Heinlein, che conclude il ciclo della Storia
Futura, che tra l’altro trovate qui recensito quasi interamente. Wikipedia
italiana dice che è da considerarsi il testamento letterario del suo autore, e
quindi dobbiamo crederci. Onestamente non ne ho la certezza, ma leggendolo ho
avuto anche io questa impressione.
Il titolo italiano, Lazarus Long l’immortale, è fuorviante. Dà l’idea di
una storia epica, con un protagonista saggissimo che si erge una spanna sopra
tutti gli altri dall’alto della sua conoscenza. Ebbene, non è così. Il titolo
originale, che a me piace molto di più,
Time enough for love, è molto più adatto. Il romanzo infatti racconta la
storia di Lazarus Long, ultimo sopravvissuto dei membri delle famiglie Howard
(che abbiamo conosciuto ne I figli di Matusalemme), che troviamo ancora vivo nonostane sia passato un
po’ di tempo dalle vicende che lo hanno visto protagonista nell’altro romanzo.
Adesso corre l’anno 4272, l’uomo ha viaggiato in lungo e in largo nella
galassia e ha sviluppato una tecnologia avanzatissima sotto molteplici aspetti.
Lazarus Long vorrebbe morire, dopo più di 2000 anni di vita. Tuttavia, le
persone intorno a lui non sono d’accordo. Lazarus Long pensa di avere vissuto
tutto, ma ignora che lo attendono ben altre avventure che non potrebbe neppure
immaginare.
Ok gente, consiglio questo romanzo perché è qualcosa di unico. Non in senso
negativo. Non in senso positivo. È semplicemente unico. Sfocia più volte nel
cattivo gusto e ne esce sempre indenne. Incesto, libertà sessuale, pensate un
tabù e il romanzo ne mette in mostra altri otto, tutti percepiti dai personaggi
come il massimo della normalità. In realtà ha senso, perché la società del 4272
è molto diversa dalla nostra. Tuttavia, nella penna di un altro scrittore
potevano non essere una pillola così semplice da ingerire per il lettore.
Invece tutto fila liscio come l’olio.
La narrazione non è lineare, per nulla, la prima parte è tutta flashback, e
a volte è inframmezzata da raccolte di aforismi del protagonista. Lazarus Long è
un personaggio caratterizzato magistralmente, che possiede ancora una sfilza
molto umana di difetti ma anche tutte le qualità che ci si aspetta da una
persona che vive da millenni. Un personaggio così interessante che riesce a
essere sopportabile per un romanzo che dura quasi mille pagine, e il lettore
non sente di averne abbastanza, anzi, tutt’altro. Io avrei letto altre mille
pagine con protagonista Lazarus Long.
Time enough for
love vuole rompere i tabù, vuole essere l’apice della vita di un essere
millenario e al tempo stesso vuole scardinare tutte le credenze sociali del
lettore. È un romanzo difficile da giudicare, perché lascia sconvolti, basiti,
lascia chi legge a chiedersi: “ma cosa sta succedendo?”. Si fa leggere con
interesse e trasporto pur essendo molto lungo e molto episodico, e questo,
oltre che essere apprezzato, è anche tutto tranne che scontato. Per queste
ragioni, ritengo sia un capolavoro della fantascienza classica, pur non
rientrando per nulla nei canoni e dunque non essendo affatto rappresentativo
nella sua atipicità.
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