martedì 17 novembre 2020

Capitolo 13 di Rhythm of War

Ok, dopo Adolin che fa da psicologo a Kaladin, il capitolo di questa settimana potrebbe riservare qualche sorpresa in più, infatti ecco che il punto di vista è di Shallan, e siccome Shallan finora è il personaggio che ha avuto i capitoli più interessanti questo non può che essere positivo.

 

Shallan si reca a salutare i suoi fratelli, che come ricorderete erano stati portati a Urithiru grazie a Mraize. In effetti, i fratelli di Shallan non sono mai stati personaggi molto approfonditi. Qualche informazione qui e là, però Sanderson si è sempre mantenuto parco, nonostante uno di loro (il maggiore, se non mi sbaglio) fosse il punto di vista del terzo interludio di WoK.

 

Per il momento Shallan trova in casa solo Jushu e si mette a disegnare il camino della stanza, che trasforma nel camino della loro casa a Jah Keved. Così immagina di tornare lì, con i suoi genitori e tutti i fratelli ancora vivi, e si lascia trasportare dalla fantasticheria. E qui succede la prima (speriamo non ultima) cosa interessante del capitolo. Vedete che ho ragione? Quanto la trama lascia desiderare, Shallan salva tutto. È così dal primo romanzo.

 

In pratica, Shallan prosegue il suo sogno a metà tra immaginazione e memoria, e lascia intendere che la sua famiglia non fosse tutta lì. Che sia successo qualcos’altro dopo l’omicidio di sua madre, qualcosa che riguarda forse anche il primo contatto di Shallan con Pattern. Veil insiste perché lei affronti i ricordi, ma Shallan si oppone. Non vuole affrontarli, non vuole essere la persona che fatto ciò che è presente in quei ricordi, perché dubita che quella persona possa essere amata da qualcuno.

 

Questa parte è abbastanza coinvolgente. Abbiamo ricevuto qualche piccola informazione sull’evento traumatico di Shallan che già più volte è stato nominato. E la cosa continua a perplimermi, perché ricordiamoci che Shallan ha ucciso sia suo padre che sua madre. Cosa può esserci di peggio? Cosa può aver fatto da sconvolgerla ancora di più di questi due gesti? Questo trauma è che connesso anche (forse) alla nascita di altre personalità dentro di lei, come d’altra parte Veil ha già anticipato nel capitolo precedente. Traumi nel passato, problemi mentali, equilibrio precario, Shallan è davvero il personaggio del romanzo, per il momento. Altro che Kaladin sono-depresso-perché-mi-hanno-licenziato Stormblessed.

 

Forse Shallan si è alleata con la Meloni...



E nel momento di massima crisi Shallan riesce a guadagnare un po’ di controllo interiore. Si autoconvince che vada tutto bene e che riuscirà a non peggiorare, e i ricordi tornano nel dimenticatoio. Peccato, ma già così l’hype è salito parecchio!

 

Purtroppo però non va tutto bene, perché Jushu si accorge che Shallan ha disegnato qualcosa di strano nel camino, delle burning souls. Esattamente la cosa che disegniamo tutti quando siamo tranquilli e sereni. Shallan comunque chiude di scatto il suo sketchbook e taglia corto, sia con Jushu che nella sua testa.

 

Veniamo a sapere che nel quaderno di Ialai c’era una mappa di Shadesmar. Curioso, effettivamente, ma Shallan non riesce a soffermarsi troppo su questi pensieri perché rientra in casa suo fratello Balat,che sappiamo si è arruolato come guardia, con sua moglie e un non meglio specificato amico. Shallan non è convinta che quello sia il mestiere migliore per lei perché le sembra che si diverta un po’ troppo a fare del male agli altri. Ricapitoliamo: Shallan ha ucciso entrambi i suoi genitori e ha fatto qualcos’altro di ignoto ma ancora più terribile, Balat è un sadico, e Jushu (come veniamo qui a sapere) spreca soldi in scommesse. Che dire, i Davar sono davvero una bella famigliola. Normale, tranquilla. Vorrei averli come vicini.

 

Fun fact: è vero, perché chiunque è meglio dei miei vicini di casa in campagna. Un sadico, un’assassina e uno col vizio del gioco sarebbero comunque migliori di loro.

 

I fratelli Davar

 

Ma sto divagando, meglio tornare al capitolo. Shallan continua a riflettere e si rende conto che lo scopo dei Ghostbloods è sempre stato quello di guadagnare più accessi a Shadesmar possibile. Ed è in quel momento che si rende conto che l’amico di Balat non è una persona qualunque. Si tratta di Mraize.

 

Colpo di scena assolutamente inaspettato e assolutamente benvenuto! Questo capitolo riserva davvero delle sorprese. Che cosa starà facendo lì Mraize? Lo scopriamo subito, perché Mraize fa una serie di affermazioni che lasciano capire a Shallan che lui vuole incontrarla in un certo luogo. Così Shallan si reca da lui, e qui succede un’altra cosa interessante. Shallan infatti afferma che Mraize è in grado di accorgersi della sua presenza anche se si avvicina senza fare rumore. Che Mraize abbia dei Breath? D’altra parte sappiamo che ha viaggiato nel Cosmere, quindi potrebbe avere senso.

 

Mraize e Shallan discutono della morte di Ialai, e Mraize lascia intendere di essere a conoscenza dell’instabilità psichica di Shallan. Davvero? Perché lei glielo ha detto? Comunque Mraize ammette candidamente che ci siano dei Ghostbloods che controllano Shallan perché lui non si può fidare del tutto di lei, visto che non tutte le sue personalità sembrano essere completamente d’accordo nel fare parte dei Ghostbloods. A questo punto si rivolge a Veil, che è quindi, almeno nella sua visione, quella più propensa. Segue un discorso figo ma poco rilevante sul doppio significato della parola mole, talpa, che anche in italiano significa sia l’animaletto che sta sotto terra che infiltrato, spia.

 

Artwork di Sixth of the Dusk con un aviar.

 

Viene menzionato più volte anche l’aviar di Mraize. Gli aviar, per chi non ha letto Sixth of the Dusk o per chi come me non lo ricordava, sono gli uccelli presenti su First of the Sun. Sono pieni di Investitura, e di conseguenza hanno acquisito poteri particolari a seconda delle specie. Non è da escludersi che la capacità di rilevare la presenza della vita intorno a sé possa derivare a Mraize dall’aviar e non da eventuali Breath.

 

Il tutto sta diventando molto interessante. Come sempre quando appare, Mraize è un concentrato di mistero ed elementi provenienti da ogni parte del Cosmere che fanno davvero venire voglia di saperne di più su di lui. E in effetti a questo punto riceviamo finalmente qualche risposta. Veil infatti dice che lei non potrà unirsi del tutto ai Ghostbloods finché non avrà scoperto il loro obiettivo. Mraize intona la solita tiritera e dice di nuovo che cercano genericamente il potere ma, forse per catturare la fiducia di Veil (di sicuro ha attirato l’attenzione dei lettori!), aggiunge anche qualcos’altro. Aggiunge che il potere che cercano è il potere di trasportare la folgoluce su altri mondi del Cosmere. Come sappiamo la folgoluce contiene molta Investitura e quindi in altri luoghi, come per esempio a Shadesmar, è davvero preziosa. Così Veil chiede dei nomi che ha trovato nel quaderno di Ialai (Nalthis e Scadrial) e Mraize le fa intendere che siano luoghi su Shadesmar, mentre noi sappiamo che sono semplicemente altri pianeti del Cosmere.

 

Artwork di Mraize.

 

A questo punto l’obiettivo dei Ghostbloods è più o meno svelato (anche se sospetto ci sia dell’altro, visto che Mraize non è stato del tutto sincero), ma c’è un altro problema. Mraize dice che stanno cercando un modo per trasportare la folgoluce attraverso il Cosmere, perché l’Investitura è vincolata tramite la Connessione al suo luogo d’origine, e di conseguenza le persone Investite hanno problemi a spostarsi. Ma noi sappiamo che non è vero! Vasher viaggia su Roshar senza problemi, e anche Nightblood lo ha fatto, pur essendo decisamente molto Investito. Quindi o è un altro inganno di Mraize, oppure, e sarebbe molto più interessante, la folgoluce ha delle proprietà differenti che la rendono diversa dagli altri tipi di Investitura. Sarebbe più interessante perché bisognerebbe capire perché, quali sono queste proprietà, che significato hanno a livello metafisico.

 

Tra l’altro, se è vera la seconda ipotesi, Mraize non può avere dei Breath (altrimenti saprebbe che si può viaggiare con l’investitura), e quindi il potere di riconoscimento è per forza dell’aviar.

 

Questo è il genere di capitoli che mi mandano in brodo di giuggiole. Non solo finalmente ci è stato rivelato qualcosa che ci siamo chiesti per più di due libri, ma la cosa ha aperto altre domande e altre questioni che vanno ancora più in profondità nella natura dell’Investitura e della metafisica del Cosmere.

 

E le rivelazioni non finiscono qui. Veniamo a sapere che Ialai non aveva nessuna spia negli uomini di Dalinar, sono i Ghostbloods ad averla, e lei aveva solo intercettato dei rapporti di questa spia. Inoltre, un’Unmade ha contattato Shallan ed è pronta a collaborare con i Ghostbloods.

 

I motivi di questa collaborazione sono ignoti, ma Mraize dice esplicitamente che non gli interessa che Odium prenda il potere, anzi, i Ghostbloods sono favorevoli al fatto che Dalinar gli muova guerra e vinca. Questo li colloca perciò come potenziali alleati dei Radianti, finché questo dà loro vantaggi per portare avanti i loro affari. Mi chiedo dunque che posizione prenderanno andando avanti con la storia: veri alleati o neutrali approfittatori?

 

E siccome Sanderson era in forma quando ha scritto questo capitolo, scopriamo ancora qualcos’altro. Veil chiede a Mraize che genere di minaccia rappresentassero i Sons of Honor, e Mraize risponde che erano legati in qualche modo all’obiettivo di Gavilar. Gavilar aveva scoperto l’esistenza della Voidlight su Braize, il pianeta dove si trova ora Odium, e stava testando il trasporto della folgoluce nel sistema di Roshar. Mraize lascia intendere di sapere altro, ma non aggiunge nulla, a parte, alla domanda “che cosa cercava Gavilar?”, un sibillino “Immortality, in part”.

 

Quando Gavilar vuole diventare immortale, ma a fare sei Horcrux ci hai già pensato tu quindi deve inventarsi qualcos’altro.

Che poi dobbiamo tenere conto che nel prossimo libro il prologo sarà con il punto di vista di Gavilar. Il che mi fa pensare che ci siano cose riguardo il suo piano che solo lui sa e che il lettore può scoprire solo entrando nella sua testa. Altrimenti non avrebbe senso usarlo come pov. Di conseguenza la spiegazione di Mraize, oltre che non essere molto dettagliata, ha di sicuro delle lacune, che probabilmente spiegano perché Gavilar avesse incontrato Nale il giorno della sua morte, come sappiamo dal prologo di Navani.

 

Comunque Mraize non rivelerà nient’altro; se Shallan vuole saperne di più deve dare la caccia a questi segreti. E come potete immaginare, Shallan non lo lascia quasi nemmeno finire la frase, è già pronta a partire. Così Mraize le affida il compito di trovare Restares, leader e forse fondatore dei SoH, che si trova nella città degli honorspren a Shadesmar. Shallan non riceve alcuna informazione su cosa fare di lui: Mraize le dice che capirà quando lo avrà trovato. E le promette che le dirà tutto, una volta completata la missione. Risponderà a qualunque domanda su qualunque argomento. Anche su Shallan stessa.

 

Quindi ricapitoliamo: Mraize sa tutto di tutti. È un esperto del Cosmere, sa l’obiettivo di Gavilar, conosce addirittura il passato di Shallan. Come sia possibile è un mistero, e mi fa venire sempre più dubbi su chi sia realmente. Ma Shallan non si pone questa domanda, perché la prospettiva di avere la risposta a tutti quei segreti è troppo ghiotta. Così inizia subito a pensare a con quale scusa andare a Shadesmar. E mentre ci pensa, Veil dice che finalmente, completata la missione, potrà convincerla a diventare completa. E con questa frase si chiude il capitolo.

 

Questa settimana Sanderson ha dato il meglio di sé. Risposte e altri misteri, sulla trama, la metafisica e i personaggi. Se tanto mi dà tanto il prossimo capitolo sarà molto più tranquillo e non succederà nulla di davvero succoso. E di sicuro non sarà Shallan il pov. Ma poco importa del prossimo capitolo, adesso la mia voglia di avere il libro intero è alle stelle! Non vedo l’ora sia il 17 novembre. Senza dimenticare però che in mezzo ci sarà l’uscita di Dawnshard, la novella di Lopen e Rysn sulla quale in realtà nutro molti dubbi. Staremo a vedere.

Nessun commento:

Posta un commento