martedì 17 novembre 2020

Capitolo 7 di Rhythm of war

Finora non avevamo visto niente. Il settimo capitolo di RoW ha in serbo per noi una vera e propria sfilza di colpi di scena, quindi immergiamoci subito nel recap, non prima di avere osservato un minuto di silenzio per il fatto che anche questo capitolo è singolo, e quindi mi sa che Tor abbia deciso che d’ora in poi si pubblica un solo capitolo a settimana. Maledetti.

Ringraziamo Adonalsium, il capitolo si apre con Shallan al cospetto di Ialai Sadeas, e qui scopriamo subito una cosa interessante. Nonostante Veil vorrebbe uccidere Ialai non può farlo, perché le Tre (come Sanderson stesso le definisce) non fanno mai nulla su cui non siano tutte d’accordo, e siccome Shallan e Radiant non vogliono ucciderla, Veil deve trattenersi. Quindi l’equilibrio tra Shallan e le sue personalità, nonostante sia notevolmente peggiorato, conserva ancora una parvenza di stabilità, che almeno le impedisce di fare qualcosa che non vorrebbe o di dare di matto. Il fatto che ovviamente questa precarietà andrà a interrompersi non fa presagire nulla di buono.

Ialai fa subito un’affermazione strana («So, you’ve finally come for me»), ma Veil prosegue normalmente senza farci caso e quindi veniamo a sapere che Ialai non vuole essere regina, ma supportare Gavinor, il figlio bambino di Elhokar, e strapparlo dall’influenza di Dalinar e Jasnah. Veil interpreta questa come una scusa per sembrare una patriota, ma a me Ialai è sembrata sincera. Probabilmente il piano dei SoH è davvero questo, o qualcosa di simile. Inoltre Veil sottolinea più volte che Ialai sembri invecchiata. Che venga utile in seguito, questo dettaglio?

Resta ancora la domanda più importante del capitolo precedente, ovvero chi è la spia di Ialai presso Dalinar? Veil continua la conversazione per scoprire qualcosa, e Ialai le offre del vino. Inizia qui un lungo discorso su vari tipi di vino in cui Ialai e Shallan si lanciano frecciatine e la prima, in modo abbastanza scoperto, dice di avere capito che Shallan sia lì per lei, e di sospettare che voglia ucciderla. Wow. Non mi sembra che nessuna delle Tre si sia tradita in nessun modo, quindi come fa a saperlo? Siamo già alla seconda cosa interessante del capitolo e abbiamo parlato solo di vini, capito perché la parte di Shallan è mille volte migliore (per il momento) di quella di Kaladin?

Ialai spiega a Shallan le caratteristiche del vino che sta bevendo.

Altre ciance e frecciatine sul vino, ed ecco che Ialai arriva al punto e accusa Shallan che siano stati i suoi a uccidere gli highprince Thanadal e Vamah, personaggi assolutamente minori e di cui non ricordo nulla. Siccome nemmeno Coppermind INSERIRE LINK A COPPERMIND dice qualcosa sulla loro morte, deduco che sia avvenuta fuori scena tra Oathbringer e RoW. E qui faccio un appello. Brandon caro, in Stormlight ci sono letteralmente centinaia di personaggi. Se mi parli di gente che è stata uccisa, e poi mi dici che Shallan ricorda che Mraize gliene ha parlato, io penso che sia qualcuno di importante, o della cui morte si è già parlato, e che quindi dovrei ricordarmene, o dovrei ricordarmi della conversazione. Se si tratta di gente che ci ha lasciato le penne fuori scena, non puoi dirlo prima? Aiuti me e i tuoi poveri lettori a non uscire di testa. Grazie.

Comunque adesso la frase strana di Ialai è chiara, e a questo punto Shallan capisce che Ialai crede che lei sia una spia non di Dalinar ma dei Ghotsbloods (e in effetti ha ragione, ma solo perché se ci sono segreti/organizzazioni/occasioni di fare qualcosa di nascosto Shallan ci si butta a pesce). Quando Shallan, a quel punto incapace di continuare a mantenere la bugia, rigira l’accusa contro Ialai, lei commenta con «He told you this, did he? So they lie to their own?». Shallan ricorda la conversazione con Mraize e pensa che quell’he sia lui, ma in realtà potrebbe essere chiunque, anche qualcuno più in alto nella gerarchia dei Ghostbloods.

In effetti delle gerarchie dei Ghostbloods sappiamo poco. Qualche membro è stato nominato qui e là ma sono solo nomi. Sappiamo che ne fanno parte alcuni worldhoppers e che l’associazione ha rapporti con il 17th shard. Di altro non si sa nulla, quindi è interessante pensare che Ialai ne sappia più di noi. Sarebbe anche normale, tenuto conto che si tratta dei suoi nemici.

Ad ogni modo, Ialai continua chiedendo a Shallan se sappia davvero che cosa loro vogliano. Ora, Shallan dà sempre per scontato che loro siano i Ghostbloods, ma in realtà Ialai non li nomina mai, così come non fa mai nessun nome. Quindi diciamo che per il momento sono convinto anche io che si tratti di loro, ma non è scritto da nessuna parte e questo renderebbe la cosa ancora più coinvolgente. Comunque Shallan risponde che vogliono il potere e Ialai circa le ride in faccia. La sua affermazione successiva mi ha generato un hype incredibile quando l’ho letta.

“Most of the Sons of Honor simply wanted their gods back, but Gavilar saw more. He saw entire worlds…”

Già il prologo accennava a questo, e adesso ne abbiamo la prova definitiva! Gavilar voleva viaggiare nel Cosmere, e probabilmente oltre il sistema di Roshar, voleva andare ancora più in là. Ed è interessante perché, per quanto ne sappiamo, nei SoH non c’è nessun worldhopper, a differenza dei Ghostbloods. Quindi magari l’opposizione tra SoH e GB deriva proprio da un problema di gestione dei viaggi nel Cosmere (anche se non sappiamo se dopo Gavilar i SoH hanno proseguito con il progetto). Tra l’altro i GB hanno anche contatti con Autonomy, lo Shard del mondo di White Sand, quindi la loro influenza nel Cosmere è davvero grande.




Il sistema di Roshar.

In quella Adolin e i suoi soldati irrompono nella stanza. Ialai dice a Shallan di non lasciare che altri perquisiscano le sue stanze, e di cercare la rarest vintage, perché è exotic. Shallan dice di non volerla uccidere, ma Ialai insiste che succederà, e poco dopo muore davvero.

Ok, ho molto sintetizzato, in realtà prima della morte di Ialai tra Shallan e Adolin c’è una conversazione interessante in cui Adolin dimostra di essere al corrente della schizofrenia di Shallan. Ma di fronte alla morte di Ialai tutto sembra futile, perché è l’ennesimo colpo di scena in un capitolo che finora mi ha tenuto con il fiato sospeso, ha dato qualcosa che somigliava a delle risposte ma in realtà ha suscitato solo domande. Forse il miglior capitolo mai pubblicato finora. Comunque, Ialai è stata avvelenata, come dimostra la schiuma sulla sua bocca, e lascia Shallan (e me) pieni di domande. Chi l’ha uccisa? Perché non è stata esplicita e ha detto semplicemente a Shallan di guardare nella sua stanza? Che cosa nasconde?

Non vi preoccupate, signori, infatti queste domande... non avranno risposta. Perché si passa a Kaladin. Urgh.  

Ok, a onor del vero la parte di Kaladin è meglio del solito. Kaladin si lancia nella magione di Roshone per salvare Godeke l’Edgedancer (un personaggio mai nominato finora), dove trova un Fused e cinque soldati. Qui fa per attaccarli ma… un fabrial risucchia tutta la sua folgoluce.

Forza, Parshmen, siamo tutti con v...

Cioè, ehm, povero Kaladin. Sono proprio preoccupato per lui, è dall’inizio del romanzo che non smette di essere un mostro di simpatia.

Purtroppo per noi bisognerà aspettare perché Kaladin si prenda una bella batosta e la smetta con la sua assurda pretesa di caricare sulle sue spalle tutti i mali del mondo, perché riesce a sconfiggere i vari tizi con una lancia, si impossessa del fabrial assorbi-folgoluce e mette in salvo Godeke. A questo punto è arrivata anche Lift, e tutti sanno che io adoro Lift quindi non posso che essere felice che lei faccia un’apparizione. Da lei veniamo a sapere che anche Roshone era in zona, ma ora non si trova più. Kaladin ricorda il secondo ideale dei Windrunner e vola a cercarlo.


Sarò sincero, questa parte di Kaladin mi è piaciuta di più Sarà perché il fabrial è un nuovo elemento di interesse, sarà per la presenza di Lift o forse perché Kaladin adesso è costretto a uscire dalla sua zona di confort e ad aiutare Roshone, ma l’ho letta volentieri. O forse è solo perché è più breve del solito. Chissà.

Si ritorna a Shallan. Il capitolo è quasi finito, e i personaggi procedono con l’analisi del corpo di Ialai. È stata forse avvelenata con il blackbane, ma non c’è certezza al riguardo, e non si capisce neanche come sia stata avvelenata, se con il vino o magari con una puntura. Non è neanche chiaro se si sia suicidata o meno, anche se Shallan sospetta che nella corte di Ialai ci sia un altro membro dei Ghostbloods, infiltrato per scarsa fiducia nei suoi confronti, e sia stato lui a perpetrare l’omicidio. Ad ogni modo, Shallan decide di esplorare la stanza di Ialai, come da lei richiesto, e qui il capitolo si chiude.

Come dicevo, il miglior capitolo fino a ora. La trama di Shallan è diventata davvero intrigante, e sono proprio curioso di vedere che cosa scoprirà nella camera di Ialai. Stranamente anche Kaladin risulta sopportabile, e questo ha reso la lettura ancora più piacevole.

L’unica mia paura adesso è che il prossimo capitolo sia un flashback di Venli. A me Venli non piace, e i suoi flashback non mi attirano per niente. Inoltre sarebbe un allontanamento dalla trama di Shallan, che per ora contiene gli eventi più interessanti. Staremo a vedere.

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